03/22/2019

La società italiana che investe in New Jersey e «offre» la green card a metà prezzo

Investi 500mila euro, contribuisci a creare alcune centinaia di posti di lavoro in un’area degli Stati Uniti che rientri in quelle indicate dal governo e in cambio ottieni la green card con “lo sconto”.

In estrema sintesi sono i tre ingredienti che fanno parte dell’iniziativa Eb-5 Italy, una società italiana con sede a Torino e formata da quattro giovani soci – Fabio Di Prima, Mauro Paissan, Stefano Corbella, Alberto Verde e Alessandra Fremura – affiancati dai partner Forte Real Estate Development, Studio Irrera – Avvocati Associati, Nes Financial e Paissan Group.

Il programma EB-5 è un’iniziativa creata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1990 per stimolare l’economia nazionale attraverso investimenti di capitali stranieri e la creazione di posti di lavoro. Come contropartita il programma governativo prevede diversi vantaggi, tra cui l’accesso in 12-24 mesi alla Green Card e alla residenza permanente per l’investitore e la sua famiglia; l’accesso alla stessa assistenza sanitaria dei cittadini statunitensi; educazione gratuita nel sistema scolastico pubblico; ammissione alle università americane allo stesso costo dei residenti; possibilità di ottenere la cittadinanza e il passaporto americano dopo cinque anni di permanenza stabile.

Di solito, la soglia minima di accesso richiesta per le iniziative che rientrano nel programma EB-5 equivale a un milione di euro. In questo caso la cifra è dimezzata grazie al fatto che il progetto di investimento è affiliato a uno dei Regional Centers approvati dall’Uscis (Us Citizenship and Immigration Services) e rientra in un’Area Mirata di Occupazione (Tea – Targeted Employment Area).

La società italiana è entrata nel progetto Eb-5 chiamato The View, che si prefigge di riqualificare un’area a Middlesex, in New Jersey, attraverso un intervento di real estate che prevede la trasformazione di proprietà immobiliari vacanti e sottoutilizzate in una serie di nuove unità abitative e spazi commerciali. Il programma interessa 200 unità di affitto distribuite su cinque piani e tre spazi commerciali destinati a nuove attività di impresa per un valore complessivo di progetto di oltre 60 milioni di euro. La realizzazione del progetto è prevista entro il 2021.

Quella di Eb-5 Italy «è un’iniziativa privata, gestita e strutturata da professionisti italiani con esperienza pregressa nella guida di progetti EB-5 – spiega Fabio Di Prima, presidente della società –. Il lato istituzionale sta alla base del programma, ossia il rispetto del principio che gli investimenti provenienti dall’estero debbano generare occupazione in determinate aree geografiche negli Stati Uniti». Di Prima chiarisce anche come mai la scelta sia caduta su un progetto di real estate: «Abbiamo analizzato diversi progetti attraverso un processo di due diligence rigoroso e abbiamo scelto quello con il rischio inferiore dovuto all’esperienza del developer americano nel mercato del Central New Jersey». Il partner di Eb-5 Italy, Forte Real Estate Development, è leader in New Jersey, dove ha sviluppato numerosi altri interventi: «Abbiamo inoltre scelto la trasparenza – sottolinea Fabio Di Prima – ogni investitore avrà accesso a una webcam on line 24/7 che permetterà di visualizzare lo status di avanzamento di progetto, mentre un fund administrator leader nazionale in US Nes Financials vigilerà sul capitale investito e redigerà report settimanali per consentire agli investitori di tracciare gli impieghi di capitale. Un progetto real estate consente immediatezza nello sviluppo e creazione di posti di lavoro: abbiamo certificato che questo progetto svilupperà 317 posti di lavoro e dunque rappresenta la certezza di accedere alla green card».

Il gruppo di giovani imprenditori italiani annuncia di avere in programma altri progetti tra il secondo e il terzo trimestre e non è escluso che in futuro possano interessare settori diversi, come industria o nuove tecnologie: «L’idea c’è – conferma Di Prima –, ma essendo un investimento mirato all’ottenimento della residenza permanente non vogliamo far correre il rischio agli investitori di non sviluppare il necessario numero di posti di lavoro e conseguentemente di non ricevere la green card. Stiamo vagliando attentamente altri progetti ed è nostra intenzione diversificare, mantenendo tuttavia il giusto mix di rischio, trasparenza e pieno rispetto della legislazione americana in merito all’immigrazione».

(da Il Sole 24 Ore 12/03/2019 – Carlo Andrea Finotto)